Sfruttamento delle cave: ecco la fideiussione

La tua azienda è specializzata nell’estrazione di materie prime da cave di argilla, calcare, gesso, sabbia o ghiaia? Se la tua intenzione è quella di cominciare un lavoro di scavo nella tua regione (e non solo) dovrai ricorrere alla fideiussione.

Fonte Pixabay

Prima di addentrarci nel discorso voglio lasciarti alcuni dati interessanti, pare che le cave nel nostro Paese siano davvero tante. Secondo quanto riportato dal Rapporto annuale 2014 di Legambiente, le cave attive in Italia sono circa 5.592.

Dalle ricerche emerge che un italiano consuma in media 432 chili di cemento, contro i 314 della media europea. La crisi infatti sembra aver solo sfiorato questo settore, i guadagni poi non lasciano spazio a dubbi: un miliardo di euro di ricavo, 80 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, 31,6milioni di metri cubi di calcare e ben 8,6 milioni di metri cubi di pietre ornamentali estratte nel solo 2012.

È facile dedurre quindi l’alto numero di aziende coinvolte in quest’attività. Torniamo alla fideiussione, quest’ultima viene richiesta dall’ente pubblico di riferimento all’azienda ed è indispensabile per ottenere l’autorizzazione a lavorare nella cava.

Serve inoltre per garantire il rispetto degli obblighi, come previsto dalle norme, di valorizzazione e riqualificazione del territorio entro cui le società andranno ad operare e, fattore non meno importante, la garanzia assicura anche la quantità e la qualità dei minerali estraibili.

Per approfondire: cosa è realmente la fideiussione?

È bene specificare che le concessioni vengono rilasciate dalle Regioni, che hanno una propria legislazione in materia. Invece tutto ciò che riguarda la riqualificazione della cava fa riferimento alle direttive europee, la legge italiana in questo campo ha ancora delle enormi falle a cui deve porre rimedio.

Le leggi ambientali europee non devono essere prese alla leggera, il mancato rispetto di esse potrebbe a causare alla tua azienda seri problemi. L’azienda che richiede questa concessione oltre la fideiussione deve presentare anche determinati documenti:

  • La dichiarazione di inizio lavori.
  • Il documento di salute e sicurezza e deve infine sottostare alle norme ambientali europee accennate qualche riga più su.

L’amministrazione pubblica infatti richiede una seconda fideiussione per garantirsi il ripristino della cava in cui vengono svolti i lavori di estrazione, la polizza deve essere presentata presso gli uffici della Regione all’atto di firma della concessione e ha una durata pari alla concessione stessa.

L’amministrazione pubblica al termine dei lavori chiederà l’importo complessivo per i danni che gli sono stati arrecati qualora la ditta non rispetti le norme dettate dalla Comunità Europea in riferimento alla tutela e alla riqualificazione del territorio.

In sostanza sono due le fideiussioni che la Regione chiederà alla tua azienda. La prima ti servirà per il rilascio dell’autorizzazione indispensabile per cominciare il tuo lavoro di estrazione nella cava. La seconda servirà per garantire all’amministrazione pubblica la rivalorizzazione del sito una volta ultimati i lavori, evitando così danni all’ambiente. I soggetti interessati da contratto fideiussorio sono tre.

  • Contraente: l’azienda interessata a compiere lavori di estrazione in una cava mineraria.
  • Beneficiario: l’ente pubblico, in questo caso la Regione che viene garantita dalla fideiussione.
  • Fideiussore: l’istituto di credito che emette la fideiussione e garantisce i pagamenti al posto dell’azienda qualora quest’ultima risultasse in difficoltà economica.

La fideiussione può essere rilasciata da una banca, compagnia finanziaria o da una società finanziaria. Per approfondire: tutte le tipologie di fideiussione.

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